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Michele Minchillo

Michele Minchillo

Michele Minchillo nasce a Foggia il 23/04/1993.

Diplomato alla scuola Alberghiera “E. Mattei” di Vieste, da subito decide di finire i propri studi a 18 anni all’Alma di Gualtiero Marchesi ( nel 2011 ancora rettore ) La su passione per la cucina nasce per il bisogno di rendere felici, di soddisfare chi ha il piacere di provare qualcosa creato partendo da “zero”.

Dopo gli studi all’Alma sono molteplici le sue esperienze, sia in Italia ( Toscana, Lombardia, Emilia Romagna, Alto Adige ) che all’estero ( Londra, Dubai, New York ).

Tra quelle più importanti, un’ esperienza alla Palta di chef Isa Mazzocchi * Michelin , e a New York, Williamsburg nel bistellato ristorante Aska** di chef Fedrik Berselius; esperienza cui porta Michele

ad avvicinarsi e studiare da vicino le contaminazioni nordiche in cucina.

A 25 anni decide di creare un qualcosa di suo, di portare le sue esperienze, le sue idee ed i suoi studi in tavola dei suoi ospiti.

Ad Aprile 2019 apre Vitium a Crema, in provincia di Cremona. Michele è chef e titolare.

Dove sei nato e cresciuto?

Sono nato e cresciuto in Puglia, tra Foggia e Monopoli, ma a 17 anni ho lasciato la mia amata terra per fare la mia strada.

Cosa o chi, ti ha spinto à studiare l’arte culinaria e quali scuole hai frequentato ? Quali sono state le tappe fondamentali nella tua formazione professionale?

Sicuramente la cucina è una passione che hai dentro, ma molte volte è nascosta, perchè la si dà quasi per scontata o si pensa sia banale. Io sin da piccolo ero affascinato nel vedere come mia madre o mia nonna preparavano in cucina pietanze, dedicandoci a volte anche molto tempo. I sapori, gli odori , i movimenti me ne hanno fatto innamorare.

Ho studiato così i 3 anni di Alberghiero a Vieste, all’istituto IPPSAR E.Mattei prendendo la qualifica, per poi decidere con mio papà ( a cui devo tanto ) di ottenere e continuare il diploma all’ALMA di Colorno in giovane età.

Mai decisione fù più giusta.

Tappe importanti da ricordare per me, sicuramente La Palta * di Isa Mazzocchi, Aska ** a New York di Fedrik Berselius e anche Merano al Kallmunz all’ora guidato da Luigi Ottaiano.

La Primavera è un momento molto speciale dell’anno. Di cosa ti servi, e quali sono le caratteristiche in base alle quali scegli i prodotti da usare nelle tue creazioni di stagione ?

La primavera è una stagione che dà tanto. C’è un cambio repentino in cucina. I colori così diversi ed i sapori di erbaceo nell’area. Io nella mia cucina in questo periodo prediligo il colore verde o comunque colori “ vivaci “. Erbe spontanee, fiori e vegetali accostati a proteine strettamente provenienti da produttori locali della mia zona.

Qual é la Tua Filosofia Culinaria ?

Penso che la filosofia della mia cucina sia nei miei piatti. Quello che cerco di portare al cliente è una sensazione di godimento e piacere.

Sapori e consistenze “semplici” accostandoli ad un pensiero contemporaneo e di avanguardia culinaria.

Se potessi collaborare con un qualsiasi artista culinario chi sceglieresti e perché ?

Sicuramente mi piacerebbe poter cucinare con Marco Ambrosino.

Quando posso vado a cena da lui. Trovo sia una persona molto umile e con dei pensieri ben definiti, inoltre mi piace molto la sua filosofia naturale.

Quali sono le tue aspirazioni gastronomiche per il 2020 ?

In una situazione attuale molti progetti sono cambiati. Ma non le ambizioni.

Cercheremo sempre, come Vitium Family, di raggiungere il cuore dei nostri clienti, e perchè no, in futuro anche dei piacevoli riconoscimenti.

Quanto influisce nel creare una tua carta la formazione avvenuta a fianco di personaggi che per te risultano essere ancora un riferimento ?

Influisce moltissimo. I ricordi aiutano tantissimo, sono veri e proprie fonti di ispirazione.

Quanto è importante l’estetica nella presentazione di un piatto ? Parlami di una fantasia gastronomica nei tuoi sogni e perché ?

Credo sia almeno la metà della riuscita di un piatto. L’occhio da sempre vuole la sua parte.

Hai scritto del libri, blogs, siti web e Hotel, Café Bistro ?

Ancora no, ma non nego che mi piacerebbe molto.

Come anche, un giorno, poter aprire un luogo per poter condividere i miei

saperi e quelli dei miei colleghi.

 

Introduzione, intervista e fotografía di Giovanni Panarotto

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