Non ci sono limiti, guidando nel Great Karoo, al cielo e all’orizzonte: non appaiono ostacoli reali, ma profili di montagne scure che assomigliano ai racconti che ascoltiamo bambini, quando, incrociate le braccia, attendiamo l’ennesima magia prendere forma e risolversi in un sospiro di stupore. Nulla si incontra, nelle valli tra Calvinia e Clanwilliam: esiste solo l’immensa piana che fatica ad assumere le sembianze di una prateria, diventando ora pascolo arido e impossibile, ora distesa quasi salina, calcinata dal sole australe. Si procede veloci, proiettati verso le forme trapezoidali, cuneiformi delle colline, in attesa di incrociare qualcuno. Cerchiamo, oltre la curva di un versante improvviso, la nuvola di polvere che preannuncia l’arrivo di un altro, un’auto che corre in direzione opposta a noi per raggiungere, forse, un incrocio senza un nome, privo di segnali.
Nessuno, in questo momento, ci può osservare, nè rincorrere. Blue Gum Trees e acacie punteggiano la piana assetata, e sappiamo che vorremmo frenare tutto ad un tratto, immergerci nella nostra nuvola di sassi e vento e respirare piano per poi, lentamente, rinascere. Jeanine dice che sì, questa corsa è magnifica, e che nulla, in questo momento, le piacerebbe più di questa strada perduta nel nulla, con l’auto che sembra planare tra i dossi e poi, come noi, riprendersi anch’essa dalla paura. Crediamo, mentre appare una minuscola farm – il pozzo con un mulino a vento, un ricovero per attrezzi e animali, la Bouganvillea ad ornare un muro bianco – che nulla, nessuno si stia muovendo intorno a noi. “Tra un mese, qui scoppierà la fioritura più estesa del mondo”, pensa Jeanine mentre si accarezza le ginocchia, e sembra di nuovo la donna giovane di ieri, le labbra che sorridono contro il finestrino. A Calvinia, stamattina, il freddo della notte sembrava asciugare le strade, il colore delle case, il verde degli alberi.
Ogni cosa appariva com’era, visibile in lontananza come un disegno. Qui, a mezzogiorno, il sole ti inganna, e se guardi lontano i colori si confondono in refoli di luce e vento leggero che disorienta e lascia sospesi. Ci siamo fermati.
Lei fuma piano, senza quasi respirare, guardando il Karoo che non aveva mai visto prima. Non ci si conosce mai, da queste parti del mondo, se non si percorre insieme una strada senza asfalto, senza indicazioni. Senza una direzione certa. Se non si cammina, per un tratto, di fianco a qualcuno. “Vorrei poterci stare un mese, o forse meno. Starci abbastanza. Per dimenticare”, dice senza sorridere.
Articolo di Corrado Passi
Fotografia di Annalisa Totero