Emanuela Nocito, nasce ad Andora (SV) nel 1983. Nel 2001, frequentò l’Istituto d’Arte di Imperia qualificandosi “Maestro d’Arte” dove nel 2003 conseguì il diploma di “Grafica Pubblicitaria e Fotografia”. Seguì un “Attestato di Frequenza” partecipando ai corsi di organizzazione mostre – gestione gallerie d’arte presso pressi l’Associazione Artemisia Savona dal 2005 al 2006. Dove realizzò un progetto di creazione e allestimento della mostra avente tema “I Cinque Sensi”, basata sulla ricerca – contatto diretto di artisti – scelta delle locations – stesura dei costi relativi alla realizzazione di una mostra d’arte.
Frequentò corso tecnico di gestione – servizi – eventi presso “Immaginazione e lavoro -Torino” dal 2008 al 2009 e nel 2011 si laureò in “Scienze dei Beni Culturali” con indirizzo storico artistico presso l’Università degli Studi di Torino – Facoltà di Lettere e Filosofia.
Proseguì con uno stage formativo presso la Fondazione 900 Chivasso (To) nel 2012, principalmente con mansioni di responsabilità; segreteria organizzata – accoglienza visitatori museo – guida per gruppi o singoli visitatori – progettazione laboratori didattici per bambini delle scuole elementari e medie – gestione dati – help desk – allestimento e disallestimento mostre – progettazione allestimento spazio espositivo. Durante lo stesso si dedicò al volontariato, sempre nella Fondazione, con mansioni principali di guida museale di gruppi e singoli.
Nel giugno 2013 partecipò mostra fotografica “non solo rosa…donne in fantasia” dove rappresentò la trasformazione del corpo umano tramite lo sport, il tatuaggio quando ricopre interamente il corpo e la maternità, questo fu il suo primo scatto di una gravidanza, un genere fotografico che approfondì al quale si dedicò molto, specializzadosi in questo tipo di ritratti.
Dal 2013 a oggi si dedica anche a un genere diverso da quello del suo studio, scoprendo la passione di fotografare i cocktail creati dai barman, esaltando la forma forma e colore, sperando di tramettere il piacere di gustarli.
Nel 2014 Emanuela espose una mostra fotografica presso “Paratissima Torino” dove presentò le fotografie di tre tipi di donne, che rispecchiavano ironicamente, come spesso sono identificate nella società; “suora – gallina – prostituta”.
Nel 2017 partecipò al “workshop fotografico” con Paloma Shell, americana, specializzata nella fotografia neonatale e nel 2018 al workshop con Toni Lara, spagnolo, specializzato nella fotografia neonatale e della famiglia, entrambi noti fotografi di fama mondiale. Emanuela gode di notevoli capacità relazionali, predilige il lavoro in “team” a stretto contatto con le persone, le nuove esperienze non la spaventano, al contrario, la stimolano. Costantemente pronta ad adavventurarsi in nuovi territori dove può continuare a imparare e apprendere. Le sue precedenti attività lavorative le hanno permesso di acquisire ottime capacità di organizzazione e con i corsi di gestione di eventi e delle gallerie d’arte le hanno permesso di ottenere nozioni specifiche per poter spaziare in tutti i diversi campi di Maestra d’Arte.
Da Andora, passando per Capo Mele, prima di raggiungere Laigueglia si gode uno dei panorami più suggestivi – fotografati della Riviera di Ponente, cosa ha scatenato la tua passione per la fotografia?
Devo proprio ringraziare il territorio in cui sono nata e cresciuta, circondata dall’azzurro del mare e il contrasto verde brillante della vegetazione che ha fatto emergere in me il desiderio fin dall’adolescenza di immortalare questi angoli, così d’angolo in angolo la mia passione è con il tempo sempre più cresciuta allargando e cambiando anche la prospettiva.
Il sogno comune di molti fotografi è quello di vivere – studiare – emergere nelle grandi metropoli come New York o nelle nuove città emergenti come Dubai, non sei mai stata tentata di lasciare le tua Liguria per altri lidi?
Mi piacerebbe espolrare altri lidi per nuove esperienze professionali, New York è la città simbolo credo quasi per ogni artista, ma se dovessi partire per un viaggio fotografico trovo affascinante il Giappone, pieno di scenari completamente diversi da scoprire e da fotografare. Lasciare completamente la Liguria? Come ho detto prima, ho la fortuna di vivere in un territorio bellissimo, come è d’altronde tutta l’Italia, a misura d’uomo dove puoi trovare stimoli creativi non lontano da qui, quindi almeno per il momento non credo che la lascerò.
Fotografare corpi coperti da tatuaggi, neonati e famiglie, apparentemente sembrano soggetti fotografici contrastanti oltre che totalmente diversi. Qual è trait d’union?
Sono tutti ritratti, in cui cerco di far esaltare le peculiarità di ogni soggetto, probabilmente, il neonato di oggi sarà l’uomo tatuato di domani.
Solitamente i fotografi del “food & wine” iniziano dal “food plating” fotografando i piatti degli chef, per poi spaziare in tutto il settore. Al contrario, tu, ti sei dedicata direttamente alle creazioni dei barman, com’è nata la tua passione per i cocktail?
È stata una passione scoperta quasi per “caso” nata da una richiesta lavorativa. Quello dei cocktail e la rittratistica sembrano due mondi completamente diversi, invece, trovo che siano complementari. Fotografando i cocktails cerco di esprimere e far comprendere lo stile del o della barman, dunque dell’uomo o donna che ha creato ogni cocktail.
Quando e perché hai deciso di aprire il tuo studio fotografico?
Ho aperto il mio studio il primo luglio del 2018, perché ho sentito l’esigenza di avere uno spazio esclusivamente dedicato alla creazione dei miei set fotografici.
Progetti futuri?
Far crescere il mio studio, migliorarmi sempre più, continuare a studiare sempre e allargare il mio obiettivo fotografico, magari poi riunendo i miei scatti in un libro fotografico.
di Maurizio Pelli editore
fotografia di Emanuela Nocito