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DESSERT DESIGNER ALESSANDRO NICOLIS

DESSERT DESIGNER ALESSANDRO NICOLIS

MARGAUX: Dove sei nato e cresciuto ?

ALESSANDRO: Sono nato a Verona e professionalmente sono cresciuto in Europa.

MARGAUX: Cosa o chi ti ha spinto a studiare l’arte culinaria? Condividi le tue esperienze quali corsi, maestri, insegnanti e stage.

ALESSANDRO: Fin da piccolo amavo pasticciare in cucina con mia mamma durante le giornate invernali, passione che mi ha portato, dopo aver frequentato l’istituto alberghiero, a iniziare il mio percorso professionale nei laboratori di pasticceria tradizionale (la mia gavetta) per poi avvicinarmi sempre di più alla pasticceria da ristorazione, spostandomi da Milano a Venezia e via via viaggiando dalla Francia alla Spagna, frequentando corsi di aggiornamento e collaborando con alcuni dei migliori chef italiani ed europei. Tra le mie esperienze, per citarne alcune, ricordo con piacere quelle con Gualtiero Marchesi,Sadler e Albert Adria.

MARGAUX: Ha un sogno da realizzare? Dove?

ALESSANDRO: Un paese che mi piacerebbe molto visitare è il Giappone, ne sono molto aascinato sia dal punto di vista culturale che gastronomico, in quanto attratto dalla precisione e dalla semplicità essenziale che trasmette attraverso la sua cucina.

MARGAUX: Hai scritto dei libri, blog, siti web e articoli ?

ALESSANDRO : No, non mi è ancora capitato di scrivere articoli legati al mio lavoro (sei tu l’unica tanto amante del rischio).

MARGAUX : Qual é la tua losoa culinaria ?

ALESSANDRO : La mia losoa culinaria è portare innanzitutto l’attenzione al rispetto del prodotto stesso che utilizzo e alla sua stagionalità.

Amo andare a riscoprire vecchie ricette, ricette dimenticate, e cercare di riproporle in una chiave più leggera ed elegante. Le ispirazioni per i miei dessert le trovo sia nella vita quotidiana che negli stimoli scovati in ogni forma d’arte. Una delle frasi che sento più mia è :

“Il processo creativo è un cocktail di istinto, abilità, cultura e inventiva febbrile. Non è come una droga; è quel particolare stato in cui tutto accade velocemente, un miscuglio di coscienza e incoscienza, di paura e piacere; è un po’ come amare, l’atto sico dell’amare.”.

(Sir Francis Bacon)

MARGAUX : Se ti potessi mettere in scena, quale artista culinario sceglieresti e perché?

ALESSANDRO : Personalmente non amo molto le luci della ribalta perché credo che portino via molto tempo a questa professione. Molti sono gli chef importanti che stimo professionalmente quali Tacchella, Marchesi, Alaimo, Cracco, Bottura per citarne alcuni italiani, non me ne vogliano quelli che non ho menzionato. Sono punti di riferimento importanti per stimolare chi si approccia o lavora in questo settore, che io considero una forma d’arte.

MARGAUX : Secondo te, che importanza ha l’estetica di una presentazione di un piatto?

ALESSANDRO: L’ impatto visivo iniziale, ossia lo stupire attraverso gli occhi, è senz’altro molto importante, come l’incontro con una bella donna, ma l’essenziale è riuscire a donare emozioni con il gusto, con i contrasti, con le diverse consistenze… non si può ridurre tutto solamente a un fattore estetico.

MARGAUX: Potresti anticiparci alcuni progetti gastronomici per il 2017 ?

ALESSANDRO: Non amo fare progetti, mi denisco uno spirito libero in continua evoluzione. Sicuramente proseguirò a trasmettere la mia visione della pasticceria attraverso l’insegnamento, per il resto si vedrà.

MARGAUX: LA Primera e’ un momento molto speciale dell’anno. Quali sono i prodotti che ami utilizzare in questa stagione?

ALESSANDRO: La primavera è la stagione della rinascita, le piante germogliano e oriscono e con esse i prati si riempiono di ori colorati e profumati.

Amo utilizzarli come guarnizioni dei miei dessert insieme ai frutti tipici di questa stagione come ciliegie e frutti di bosco.

MARGAUX: Cosa ne pensi delle espressioni artistiche in pasticceria quali il cake design, sculture etc.?

ALESSANDRO: Preferisco la semplicità dei sapori autentici anche nell’impiattamento di un dessert, anziché le sculture di zucchero del cake design che personalmente trovo molto belle, ma poco amabili al palato e quindi molto distanti dal mio modo di concepire un dolce.

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