Casavyc è una piccola azienda vitivinicola situata nel sud della Toscana, in Maremma, una terra generosa, che dal punto di vista vinicolo stenta a raggiungere vette assolute proprio per l’eccessiva generosità dei suoi terreni e del suo clima dolce e assolato.
Casavyc nasce con lo scopo dichiarato di andare oltre, oltre i muscoli, il calore e il grado alcolico estremo, la volontà di Casavyc è aggiungere eleganza, bevibilità e carattere ai già interessanti “vinoni” Maremmani. Lo slogan dell’azienda è “la maremma che non ti aspetti”, proprio per esaltare la differenza con il resto delle produzioni tipiche. Per raggiungere questo risultato, i proprietari Viviana e Claudio decisero di differenziarsi già dalla scelta del posizionamento dei vigneti a 500 metri di quota. Situati a 200/300 metri più in alto, rispetto alla media locale, dove i vigneti hanno un suolo più pietroso e meno ricco di humus, caratteristiche che grazie al clima più freddo dovuto all’altezza, esaltano i profumi e l’eleganza dei nostri vini. La produzione inizio con i rossi, come logico che fosse in questa zona, con gli autoctoni (Morellino di Scansano) e internazionali (Syrah e Pinot nero), lasciando comunque un piccolo spazio per la sperimentazione dei bianchi. Dopo qualche anno, gli ottimi risultati ottenuti, convinsero Viviana e Claudio proprietari, nonché tecnici, operai e promotori dell’azienda, a mettere in produzione il loro primo vino “bianco”.
Un Sauvignon ottenuto in maniera assolutamente artigianale, data l’esigua quantità che non consente l’uso di nessuna tecnologia moderna. Il Sauvignon “Piano Piano Poco Poco” è profumato, varietale, acido, freschissimo, assolutamente non indulgente, non seduto, non troppo caldo e alcolico. Non sembra un vino di Maremma, tanto che la reazione di un produttore Altoatesino, al primo assaggio durante un Vinitaly è stata: “…buonissimo, dove lo avete comprato?”. Morale, in pochissimo tempo è diventato il vino più conosciuto dell’azienda, tanto da motivare Casavyc a intentare un bis, che arrivò nel 2019, un vino originale a partire dalla scelta del vitigno; un Semillon, piantato sei anni prima su un terreno gessoso, come il vitigno detta, caratteristiche che giustificano il suo nome; “Calma e Gesso”. Da subito diede ottimi risultati nelle sperimentazioni sia da solo sia in blend col Sauvignon, anche se inseguito fu scelto un vino monovitigno, solo Semillon secco, molto secco, una spada, un vino tanto “verticale” nella sua eleganza e mineralità, tanto “rotondo” nella sua potenza in bocca, regala sensazioni di acidità, freschezza, mineralità e salinità.
Caratteristiche che ne fanno un vino assolutamente unico, fuori del panorama, non solo Maremmano ma anche Toscano. Vini ancora prodotti in poche bottiglie, 1000/2000, uve torchiate “al vivo” ovvero senza pigiatura e diraspatura, con rese minime e tanto tanto amore per i metodi tradizionali o addirittura antichi che permettono un continuo contatto visivo e sensoriale con il prodotto. Guardiamo, controllando l’uva dalle feritoie del torchio, e tocchiamo le bucce per sentirne il grado di umidità durante la torchiatura, questo ci consente di mantenere delle pressioni molto limitate per ottenere un’altissima qualità. Evitando di schiacciare bucce e vinaccioli, non vengono usati sistemi di chiarifica chimici ma solo affidati al raffreddamento del vino che favoriscono la decantazione delle scorie. Sono vini “seguiti come figli” ama dire Viviana Filocamo, vero motore di Casavyc, vini che negli anni stanno dando prova di ottima longevità, sinonimo di qualità del prodotto e della vinificazione, come anche il rosé da uve grenache “Vedorosa”, pallido e delicato, al metodo classico da uva pinot nero.
“A Riveder le Stelle”, profumatissimo secco e avvolgente, e ai rossi di Sangiovese e Pinot nero, eleganti e originali, frutto di lunghe maturazioni e sapiente dosaggio del legno, stanno confermando Casavyc come “la Maremma che non ti aspetti”.
Con dei bianchi così unici, senza compromessi, viene voglia di esagerare e dire; Casavyc: “la Maremma che…non ci credi!”.
Articolo di Viviana Filocamo
fotografia di Claudio Mollo