Massimo Manca, unico figlio di genitori sardi emigrati, nasce nel Granducato del Lussemburgo nel 1971. Sette anni dopo la famiglia decide di rientrare in Sardegna e si stabilisce definitivamente a Pattada in provincia di Sassari. Piccola città famosa in Italia e nel mondo, per la sua produzione dei “resolza pattadese”, pattada o “Patàda, Pathàda” i preziosi esclusivi coltelli a serramanico forgiati dalle abili mani degli artigiani locali “frailalzos”che perdurano in questa antica tradizione artigianale dalla metà dell’800.
Le tecniche di lavorazione del ferro furono apportate dagli arabi e dagli spagnoli nei secoli precedenti i fabbri di Pattada durante il passare degli anni lo abbellirono con il manico in corno e dalla lama in acciaio a forma di foglia di mirto” Sa Resolza” è stata ulteriormente arricchita in termini estetici e stilisti, un semplice coltello rurale usato nelle quotidianità della pastorizia traslandolo in un prezioso manufatto artigianale e di distinzione sociale come lo furono le spade i fioretti.
Il coltello di Pattada è considerato attualmente sardo per eccellenza, anche se il nome “Resolza” potrebbe derivare dal latino “rasoria romani” o pattadese già manufatto durante i precedenti secoli.
Massimo, da bambino, si innamora perdutamente del “coltellino sardo”, con l’entusiasmo di un’adolescente decise di farne una ragione di vita e di perseguire il suo sogno. Dedicò la sua grande passione alla realizzazione di questi oggetti trasormandola nel suo lavoro.
Fu così, che Massimo divenne “Maestro di Pattada” Grazie alle sue straordinarie doti di cesellatore riesce a crearsi un mercato di nicchia tra i collezionisti a livello mondiale, oggi i suoi coltelli, sempre pezzi unici prodotti artigianalmente fanno bella mostra in alcune delle case più prestigiose del mondo. Intraprendenza, tenacia e costanza gli permettono di conquistare anche il mercato di Dubai, la più iconica capitale del lusso degli Emirati Arabi Uniti.
…”Ero da sempre affascinato dallo skyline di Dubai e dalla forma della sua più rappresentativa espressione architettonica: il “Burj Al Arab” più conosciuta in Italia come “La vela”.
Quasi un ossessione che ho voluto provare a riprodurre in un coltello seguendo quella linea. Una volta riuscito nell’intento, non sapevo di certo che farmene. E così tramite un amico ho chiesto se fosse stato possibile incontrare il direttore generale dell’hotel. Lui un po scettico, mi fissò un incontro e così ho fatto della mia opera un omaggio, trovandomi dentro quell’hotel in cui c’è di tutto e di più. Solo il “massimo extralusso”. Quando il direttore generale ha visto e tenuto tra le mani il mio coltello è rimasto incantato apprezzando tantissimo il mio regalo”…Massimo Manca.
A volte, il caso.
Correva l’anno 2014, già conoscevo Massimo sui “social network” anche se non personalmente. Ero in piscina al Burj Al Arab, dove dal 2005 avevo la “membership”, quando mi giunse un suo messaggio “Pensi che potrei vendere i miei coltelli al Burj?”.
Ovviamente poter diventare fornitore di uno degli hotel più esclusivi e lussuosi al mondo non è facile impresa, l’iter per entrare a fare parte dei selezionati fornitori alla “Jumeirah International” e in particolare del Burj Al Arab è complesso e comporta diversi passaggi per ottenere l’approvazione dei manager che scrupolosamente selezionano fornitori e prodotti ancora prima di avere la chance di poterli mostrare. Esporli nelle loro vetrine è ancora più difficile.
“Non ti garantisco niente, vedrò cosa potrò fare”. Risposi frenando il suo entusiasmo.
Qualche giorno dopo, in ascensore, incontrai l’allora GM (direttore generale) Mr. Heinrich Morio, “le piacciono i coltelli Mr. Morio?”. Domandai a bruciapelo. “Sì, molto” fu la sua risposta.
“Ottimo, presto avrò un omaggio per lei che sicuramente le piacerà”.
Così, Massimo sulla lama damascata stilizzata a forma di vela della sua bellissima pattada incise il nome del GM, la mise in una delle sue preziose custodie e me la spedì a Dubai.
Mr Morio fu impressionato dalla raffinatezza e dalla fattura del coltello, qualche settimana dopo Massimo volò a Dubai, si presentò all’appuntamento al Burj con il suo avvocato Domiria Marzano, chiusero il contratto e realizzò il suo sogno di mettere in vendita le sue pattade nell’iconico hotel.
Massimo ancora oggi, dopo anni, ne è entusiasta: “Dopo questo meeting è partita la richiesta di creare una serie limitata da vendere all’interno dell’hotel”.
Da allora anche negli Emirati Arabi Uniti conoscono il tradizionale “resolza pattadese”, orgoglio di terra sarda, che grazie all’estro di Massimo Manca, viene proposta in una veste che va oltre il tempo e la tradizione.
Oggi annovera tra i suoi affezionati clienti la Famiglia Reale del Principato di Monaco, il Principe Ereditario Sua Altezza Reale Sheik Hamdan Al Maktoum di Dubai e il finanziere americano Tom Barrack.
Nel mondo delle corse, la Ferrari concese il proprio logo sui coltelli di Massimo in occasione del suo 60º anniversario (1947-2007). Nel 2011 la Ducati commissionò una pattada con inciso il suo logo in occasione di un trofeo di kart, ora esposta al “Museo Ducati” a Bologna.
Nel centro di Pattada “Coltelli Artigianali Manca” Coltelli da Collezione – Italian Luxury Knives realizza pezzi unici artigianali dal design esclusivo con materiali pregiati, intarsi di pietre e metalli preziosi, finiture e forme d’eccezione. Lame in acciaio al carbonio a forma di triangolo, brunite e martellate, altre in acciaio al carbonio con trattamento Cerakote. Manici in corno di muflone con una duplice lama di legno, teak o frassino e alluminio sempre trattate Cerakote, altri realizzati in legno di ginepro, di olivastro, o dalla fusione di uno dei due legni con il corno di montone.Oltre ai pezzi unici della collezione luxury knives, Massimo produce esclusivi set da tavola, veri e propri gioielli di lama per le tavole degli appassionati, perfetti per un regalo originale e di classe.
Una pattada forgiata e omaggiata dall’amico Massimo, con il mio nome inciso sulla lama, la conservo tra gli oggetti preziosi.
Dove, come e quando è nata la tua passione?
La passione è nata vivendo nel mio paese, a Pattada dove nacque il coltello che prese il suo nome “Pattadesa o Risolza”, circondato da botteghe artigianali, pattade e frailalzu.
Iniziai a fare delle prove di forgiatura nel 2004.
Quali e quanti ostacoli hai incontrato prima di raggiungere il successo?
Enormi ostacoli, non avevo idea di come e da dove iniziare. Qui da noi non ti insegna nulla nessuno, ognuno è gelosissimo del proprio modo di fare. Non esiste una scuola o possibilità di frequentare dei corsi per dove apprendere a forgiare i coltelli. Conseguentemente sono autodidatta, tantissime prove prima di riuscire a produrre qualcosa di decente. Acquistai un coltello in una ferramenta, lo smontai e cercai di riprodurlo al meglio, passarono lunghi mesi di disperazione prima di riuscire a migliorare il prodotto.
Annoverare Case Reali, Principi e banchieri tra i tuoi più affezionati clienti non è impresa facile. Chi si occupa del tuo marketing?
Del marketing se ne occupa una cara amica, la sua piccola agenzia si chiama “Universomarketing”.
Riuscire a fornire Case Reali, Principi, la Ferrari e personaggi di fama mondiale sono riuscito grazie il passaparola tra le mie conoscenze
Dove ti approvvigioni delle tue materie prime preziose?
Per la mia linea di coltelli preziosi, mi fornisco ad Anversa, dove ho qualche contatto e conoscenza.
Dall’antico mestiere di “frailalzos” alla e-commerce online il passo è breve?
Dall’antico mestiere di Frailalzu all’e-commerce il passo è tutt’altro che breve. Necessita essere in perfetta sintonia con un agenzia di marketing, dare la massima fiducia riguardo le scelte operative. Sono due realtà completamente diverse, bisogna entrare nell’ottica che il commercio non funzionerà più come prima. Oggi non si aspetta più che un possibile cliente entri in bottega o laboratorio, la clientela si trova online ed entra nel tuo negozio tramite la rete.
La territorialità è d’obbligo? Potresti fare mastro di pattada ovunque nel mondo?
Anche se la territorialità in questo mestiere è d’obbligo, potrei insegnare l’arte di forgiare questi coltelli ovunque, visto la presenza di moltissimi appassionati sparsi in tutto il mondo.
di Maurizio Pelli
fotografia Coltelli Artigianali Manca