Massimo Zanta ci parla del progetto MarVasia con il quale, attraverso un vino, celebra il Genio di Leonardo da Vinci, a 500 anni dalla sua scomparsa
Ironicamente, si definisce un “ragioniere curioso” anche se per “forma mentis”, Massimo Zanta si trova decisamente più a suo agio nell’universo della creatività che in quello delle fatture e dei documenti contabili. Esperto di comunicazione, Zanta nel 2007 ha dato vita alla galleria Art way Gallery in zona fonderia a Treviso che per molti anni ha arricchito con originali progetti artistici (ricordiamo tra gli altri “Codice a sbarre”, “Codice di avviamento postale” “Il sandalo è femmina”) il clima culturale della città veneta. “
Dar vita a questa galleria -ci spiega Zanta- mi è servito per capire che l’arte può veicolare un messaggio molto forte e far dialogare le persone. In genere il mondo dell’arte è piuttosto elitario, chiuso, autoreferenziale e a mio avviso invece l’arte ha bisogno di semplicità, di immediatezza, di una comunicazione diretta. È quanto sono riuscito a fare con le mostre organizzate in galleria che hanno sempre avuto un grande successo.” Un successo che sta accompagnando anche il nuovo progetto in cui Zanta, in collaborazione con l’amico Tiziano Spigariol presidente dell’Associazione La Congrega del Tabàro, è impegnato. Si tratta di un originale progetto che con un vino di nome “MarVasia” intende celebrare il genio di Leonardo da Vinci nel cinquecentesimo anniversario della sua scomparsa. Ma lasciamo che sia Zanta a spiegarci perchè per celebrare Leonardo da Vinci sia stato scelto proprio un vino.
“Nel 1500 –ci spiega Zanta- Leonardo venne chiamato a Venezia dal Doge Agostino Barbarigo, per studiare un sistema difensivo contro un eventuale attacco da terra dei Turchi e mentre era in città entrò in una ‘Malvasia’ nome dei Bacari autorizzati a vendere il vino di qualità, quello che veniva dal Mare, dalla Costa Istroveneta, dalla Grecia, dalle isole di Corfù, Rodi, e Creta. Il caso vuole che Ludovico il Moro gli avesse regalato una vigna proprio di Malvasia quale compenso per il suo capolavoro, Il Cenacolo del Refettorio di Santa Maria delle Grazie purtroppo requisita dai Francesi, nuovi conquistatori di Milano, ancor prima della sua prima vendemmia.”
Da qui, immagino l’idea, di dedicare un vino a Leonardo, ripercorrendo una storia in cui anche la Serenissima gioca un ruolo importante…
Esatto. Il vino nasce dalla magica alchimia che unisce acqua, mare, Malvasia e Genio. Con questo vino verranno imbottigliate solo 500 bottiglie numerate e certificate e vendute al prezzo di 500 euro cadauna.
Può spiegare ai lettori le caratteristiche del vino?
Il vino rappresenta una piacevole riscoperta degli antichi sapori semplici e schietti, senza bollicine, dal colore giallo paglierino. Piacevole al palato è leggermente abboccato ed è sorretto da una giusta gradazione e da un profumo delicato ma persistente. E’ perfetto per condivivere una frittura di pesce e moèche con amici!
Il packaging del vino è molto lussuoso…
Sì, il vino è offerto in un cofanetto di legno e broccato rosso che contiene un’elegante bottiglia di vino rivestita in seta, prezioso tessuto simile a quello prodotto dalle antiche filande Venete. Sul tessuto è stampato lo schizzo del progetto del Palombaro realizzato da Leonardo proprio mentre assaporava a Venezia un “goto” (bicchiere) di Malvasia ed il logo “MarVasia”, come abbiamo già detto, poetica unione tra mare e nome del vitigno.
Il progetto “MarVasia” ha già avuto riconoscimenti importanti…
Si sebbene la vendita delle 500 bottiglie inizierà solo a gennaio 2020, i riscontri che “MarVasia” ha avuto sono già numerosi. È stato presentato con successo nel 2019 presso lo stand della Regione Veneto a Vinitaly, poi alla Biennale di Venezia all’inaugurazione della mostra “Personal Structures” a Palazzo Mora suscitando grande curiosità tra i numerosi ospiti. Infine nel corso del Festival del cinema di Venezia lo scorso settembre si è aggiudicato un Diploma d’onore come progetto culturale ideato per la ricorrenza dei 500 anni della scomparsa di Leonardo.
Articolo di Fabio Destefani
Fotografia di Museo di Leonardo Davinci, Firenze.